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Fare dell’aceto lo scopo della nostra vita è il frutto dell’amore che Giorgio Mengazzoli ha saputo infondere nella propria azienda.

 

A Mantova la produzione d’aceto trae origine da tempi remoti, da un’esperienza secolare, tramandata di generazione in generazione da famiglie di acetai, sino a giungere nel 1962 alla attuale proprietà.

 

Oggi, ricchi dell’esperienza accumulata, cogliamo da questo patrimonio i segni e le suggestioni che ci consentono di produrre aceti sia in quantità, grazie all’apporto di nuove tecnologie, sia di qualità, grazie al loro affinamento, conferendo e mantenendo tutte quelle caratteristiche peculiari che l’aceto deve offrire.

 

Linee prodotti

 

 

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Perle di Aceto Balsamico di Modena Igp

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Nuova Linea Sali

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Edizioni Limitate

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Aceto Balsamico Modena I.G.P

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marchio Mengazzoli.

 

 

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Storia

 

L’aceto a Mantova è una tradizione che si perde nel tempo e che veniva tramandata di padre in figlio nelle famiglie di acetai. Il punto di svolta di questa fantastica tradizione è il 1962. All’epoca Giorgio Mengazzoli aveva un sogno: prendere le redini della tradizione artigianale secolare di Mantova e farla conoscere e apprezzare al di fuori dei confini della città, in Italia e nel mondo.

 

È così, semplicemente e spontaneamente come tutte le migliori cose, che l’Acetificio

Mengazzoli ha intrapreso un percorso di crescita di cui va orgoglioso. Da allora molti

anni sono passati, a Giorgio si sono affiancati i figli Elda e Cesare e la produzione si è diversificata andando dagli aceti di vino a quelli di mele, dalle Creme di Balsamico ai Mostagri, dai sali agli aceti aromatizzati ma la passione di chi ci lavora con costanza e la selezione accurata delle materie prime sono rimaste le stesse e sono cresciute assieme all’azienda e a chi in essa crede.

 

Le nuove tecnologie hanno permesso di rimanere attenti al reperimento delle migliori materie prime come in una produzione artigianale, sana e controllata come quella degli albori dell’azienda ma di aumentare la quantità e il raggio di diffusione dei prodotti a marchio Mengazzoli. Oggi potete quindi trovare questo pezzo di nobile tradizione italiana in Europa, Asia, Africa, America e Oceania.

 

Ma il sogno non si è ancora arrestato e continua a crescere con l’Acetificio, con la passione di chi ci lavora e soprattutto con la fiducia e il gradimento riscontrati negli anni nei clienti abituali e nuovi.

 

 

Produzione

 

L'utilizzo di moderne attrezzature per la produzione dell'aceto non ha sacrificato nulla al patrimonio di tradizione ed esperienza maturato nel corso degli anni. Per l’aceto di vino i metodi di produzione sono tre:

 

  • il sistema a fermentazione statica. Il foro di riempimento del barile viene lasciato aperto, coperto un semplice canovaccio a trama larga, in modo che i Batteri acetici attraggano all’interno l’ossigeno a loro necessario per la trasformazione. Viene quindi il tutto lasciato a riposo per diversi mesi alla temperatura ottimale di 29°.

L’aceto così prodotto viene poi spillato dal barile lasciandone circa una quantità pari al 15%, al fine di costituire innesto per la produzione successiva.

 

  • il sistema a fermentazione lenta a truciolo. In questo caso viene utilizzato un grande tino in legno predisposto in modo tale da avere al suo interno dei ripiani a griglia su cui vengono depositati trucioli di legno (fascette). Questo materiale poroso ha la funzione di polmone di supporto dei batteri acetici. Lungo la parte della botte a partire da una certa altezza vi sono dei fori dai quali i batteri attirano a sè l’ossigeno necessario. Il vino dal basso viene prelevato con una pompa e fatto cadere a pioggia dall’altro. In questo modo si aumenta la superficie di contatto del liquido con i batteri acetici, diminuendo i tempi di trasformazione. Anche in questo caso non si spilla completamente il prodotto ma una buona percentuale viene mantenuta all’interno del tino per costituire base per la successiva trasformazione.

 

  • il sistema a fermentazione rapida o sommersa. In questo caso lo strumento utilizzato è un contenitore in acciaio inox 316 che presenta alla base una turbina per l’immissione forzata di aria. Questo fa sì che l’aria si mescoli al vino e ai batteri. In questo caso i batteri lavorano velocemente trovandosi in sospensione nel loro alimento principale, l’alcol del vino, in presenza di una forte quantità di ossigeno. Al termine della trasformazione si spilla il prodotto lasciandone una piccola quantità per l’innesto della fermentazione successiva. Il prodotto ottenuto da quest’ultimo metodo viene apprezzato dalle industrie conserviere e produttori di salse.

 

Tutte le fasi di lavorazione sono attentamente seguite e gestite da personale qualificato ed esperto, che opera per offrire un aceto di qualità e controlla che il risultato sia all’altezza della propria fama.