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Ciò è vero da due essenziali punti di vista. Il primo affonda le radici nella storia delle Esposizioni Universali: esse sono eventi pensati e costruiti sulle presenze delle Nazioni, non a caso protagoniste della storia degli ultimi tre Secoli. Inoltre un tema come quello scelto dall'Italia, "Feeding Tue Planet, Energy for Life", non concede spazio a localismi, dentro la sfida planetaria per garantire un futuro di cibo e acqua ai nove miliardi di abitanti che avremo a metà di questo Secolo.

Ecco quindi arrivare, certo non a caso, la prima Esposizione Universale dedicata alla nutrizione.

La organizza l'Italia o, per meglio dire nella reale prospettiva del momento storico in cui viviamo, la organizza l'Europa.

Vi partecipa il mondo intero, con un numero di adesioni (148 a oggi) che segnala in modo ben evidente il misto di apprensione e speranza che nei cinque Continenti si respira intorno alle questioni del cibo, dell'agricoltura, della sicurezza alimentare.

Abbiamo creduto alla fine del Secolo scorso di dover affrontare una drammatica crisi energetica di tipo strutturale, leggendo scenari apocalittici che ci facevano immaginare un Secolo nuovo, quello in cui viviamo, con l'ansia di non poter accendere tutte le lampadine.

Ci siamo svegliati nel nostro tempo scoprendo che abbiamo fonti di energia abbondanti, diversificate e sempre più pulite.

Abbiamo però scoperto in tempo reale che un altro immenso problema, un'altra immensa opportunità, si stava facendo strada (e non è un caso la coincidenza tra le due parole nel greco antico).

Il tempo in cui viviamo ci trova non del tutto pronti sul fronte alimentare, con tensioni fortissime sui prezzi dei grandi asset del settore, cereali in primis, con dispute in alcuni casi drammatiche sulle disponibilità di acqua, con enormi progressi tecnologici in agricoltura, ma anche segni evidenti di eccessivo sfruttamento delle terre, con squilibri nella alimentazione tanto forti da rendere ormai il numero delle persone in sovrappeso non lontano da quello di chi muore di fame.

Tema, quest'ultimo, dalle conseguenze ancora ignote (ma certamente imponenti) sui sistemi di Welfare State del mondo intero.

È quindi di tutta evidenza la grande attualità del tema scelto per Expo 2015, occasione irripetibile per portare il mondo intero a riflettere e decidere in proposito.

Avremo in Italia delegazioni ad altissimo livello e Capi di Stato in numero sconosciuto alla storia nazionale ed avremo quindi la possibilità concreta di lasciare un segno utile al futuro dell'umanità.

Ma avremo anche un evento costruito per rendere utile l'esperienza ai visitatori, che sono attesi in almeno venti milioni.

Essi potranno scoprire, vedere, toccare: potranno cioè fare un viaggio nel presente e nel futuro, intorno al tema più antico e moderno che c'è, tema che ci riporta ai bisogni primordiali ma che oggi rappresenta una delle grandi leve del commercio, del turismo, della scienza.

Mancano dieci mesi all'inaugurazione. L'Italia sta lavorando sodo per creare le migliori condizioni di successo per Expo 2015.

Il mondo, a cominciare da Israele, sta passando alla realizzazione di Padiglioni di forte contenuto e grande impatto emotivo.

Ci sono quindi le condizioni per un evento davvero importante.

Sara compito di tutti non sprecare l'occasione.