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AGRICOLTURA

 

Ma la nuova frontiera dell’hi-tech d’Israele è l’energia verde. Nel deserto del Negev, nel parco industriale di Rotem, fra la centrale atomica di Dimona e i campi di addestramento delle unità speciali dell’esercito, è stato inaugurato due anni fa l’impianto pilota della società Luz 2, 1.640 specchi installati che generano energia termica dal sole. Il sole, in un modo o in un altro, compare nelle sigle di un centinaio di altre aziende all’avanguardia, non solo nel termico ma sempre di più anche nel fotovoltaico. Accanto al sole c’è l’acqua. L’avveniristico stabilimento di Shafdan è il più avanzato al mondo nel trattamento dei liquami. L’acqua ricavata ogni giorno serve in agricoltura per irrigare una parte del deserto del Negev.

E proprio nel campo delle tecnologie per l’agricoltura, il Paese offre soluzioni all’avanguardia per quanto riguarda il risparmio idrico per l’irrigazione, lo sfruttamento dei terreni aridi per la coltivazione e le nuove tecnologie per l’alimentazione. Stiamo parlando di una nuova tecnica, denominata “fertigazione”, che consiste nella simultanea erogazione, attraverso sistemi integrati computerizzati, di acqua e fertilizzanti, permettendo un notevole risparmio idrico associato alla possibilità di sfruttare acque di minor qualità (saline) e di dosare convenientemente i fertilizzanti evitando contaminazioni del terreno. Le applicazioni industriali di queste tecnologie hanno, ormai, diffusione mondiale tanto che, ad oggi, più dell’80% della produzione industriale israeliana in questo settore è assorbita dall’export. Per la cronaca: le ultime soluzioni high tech del settore saranno presentate al 18esimo International Agricultural Exhibition di Tel Aviv (15-17 maggio).